220 mila domande di regolarizzazione, 177 mila nel settore domestico.
Le domande di regolarizzazione sono state 207 mila per il comma 1, di cui l’85% nel settore domestico e il 15% in quello agricolo, e 13 mila per il comma 2. La sola gestione amministrativa della regolarizzazione ha portato un gettito per lo Stato di 30,3 milioni di euro, saldo tra i contributi forfettari per la regolarizzazione (105,5 milioni di euro complessivi) e i costi amministrativi (75,2 milioni di euro).
300 milioni per lo Stato. Con la regolarizzazione di 177 mila lavoratori domestici, la “sanatoria” ha permesso un’entrata aggiuntiva di 0,3 miliardi tra IRPEF e contributi, che si vanno ad aggiungere agli importi fiscali dei lavoratori domestici regolari (1,5 miliardi). Nel settore restano ancora oltre 1 milione di lavoratori domestici in nero (non solo stranieri). Se questi lavoratori avessero un regolare contratto di lavoro, lo Stato riceverebbe ulteriori 1,8 miliardi, portando le entrate fiscali a 3,6 miliardi.
Dati regionali. A livello regionale, quasi un quarto delle domande di regolarizzazione è avvenuto in Lombardia (23,6%). Seguono Campania (15,9%) e Lazio (10,8%). Queste tre regioni da sole hanno registrato il 50% delle richieste di regolarizzazione.
Il peso della componente del lavoro domestico è maggiore al Nord, superando il 90% in Lombardia e Liguria, mentre tocca i valori minimi in Sicilia e Molise.
Dati provinciali. La città con più domande di regolarizzazione è Milano (22 mila), seguita da Napoli (19 mila) e Roma (17 mila).
Tra le prime cinque province, ben tre sono della Campania: oltre a Napoli, anche Caserta e Salerno hanno registrato oltre 5 mila domande. Tra le prime 20 province per numero assoluto di domande pervenute, compaiono comunque molte città del Nord.
Se osserviamo la classifica per impatto sulla popolazione straniera residente, notiamo una netta prevalenza delle città del Sud.
Tra le prime otto, quattro sono in Campania e quattro in Puglia. Ben tre capoluoghi del Sud avranno un incremento della popolazione straniera superiore al 10%: Napoli (14,2%), Caserta (13,2%) e Bari (10,3%).
I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio Nazionale DOMINA sul lavoro domestico. Grafici e tabelle sono disponibili nel comunicato dell’Osservatorio.