Lo scenario
Nell’odierna economia globalizzata, i lavoratori domestici sono sempre più alla ricerca di opportunità di lavoro e di una vita dignitosa oltre i confini del Paese d’origine. Nel nostro Paese la maggioranza dei lavoratori domestici è di origine straniera e oltre il 40% arrivano dall’Europa dell’est.
Le implicazioni sociali dell’immigrazione sono molteplici. Uno degli effetti che è andato crescendo in questi anni è la presenza degli orfani bianchi.
Con il termine orfani bianchi si fa riferimento ai figli lasciati con solo un genitore, o con i nonni o in orfanotrofi nel paese di origine. La lontananza porta spesso questi bambini a cadere in depressione, stati di ansia o istinti suicidi.
Secondo i dati Unicef, sarebbero almeno 350mila in Romania e 100mila in Moldavia. Se consideriamo i 67 milioni di lavoratori stimati dall’ILO, non è possibile quantificare il numero dei figli lasciati dalle mamme lavoratrici domestiche del mondo.
La campagna
Considerata la crescita del fenomeno e della ricaduta psicologica su lavoratrici e lavoratori di tutto il mondo, DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico (firmataria del CCNL di categoria) si è attivata per promuovere una campagna di sensibilizzazione sul tema, dal titolo “Figli non orfani bianchi”.
L’iniziativa è realizzata con la collaborazione dell’Ufficio per l’Italia e San Marino dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e della Caritas Italiana.
La campagna “Figli non orfani bianchi” adotta un linguaggio semplice, chiaro e diretto e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su una problematica di carattere morale riguardante l’intera comunità e a fornire consigli utili ai datori di lavoro domestico per arginare il fenomeno.
“Figli non orfani bianchi” è inoltre ispirata dalle Convenzioni OIL: C189 Decent Work for Domestic Workers, 2011 e C156 Workers with Family Responsibilities, 1981.