L’epidemia di Coronavirus ha colpito duramente l’Italia e tutto il comparto del lavoro domestico ne sta risentendo. DOMINA, si è attivata insieme alle altre parti firmatarie del CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico per richiedere misure urgenti nel settore in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sull’intero territorio nazionale.
Filcams CGIL, Fisascat CISL, UILTuCS e Federcolf per parte lavoratori e DOMINA e FIDALDO, costituita dalle associazioni Assindatcolf, Nuova Collaborazione, ADLD e ADLC, per parte datori di lavoro, in qualità di parti firmatarie del C.C.N.L. sulla disciplina del lavoro domestico, ritenuto che:
- nel 2018 sono circa 2 milioni i lavoratori domestici presenti nelle famiglie italiane di cui solo 859.233 i lavoratori domestici regolari secondo la fonte INPS (53% colf, 47% badanti) con un tasso di irregolarità del 58%. Si tratta di una componente che, complessivamente, produce circa l’1,3% del PIL (18,96 miliardi di euro di Valore Aggiunto);
- contando solo le badanti, le famiglie spendono annualmente 7,3 miliardi di euro (retribuzioni, TFR, contributi). Senza questo apporto, lo Stato dovrebbe sostenere costi più elevati per la cura e per il ricovero degli anziani in struttura. Questo comporterebbe una spesa assistenziale aggiuntiva netta di 6,7 miliardi;
- circa il 71,4% del settore è costituito da lavoratori immigrati e in molti sono privi di una rete familiare sul territorio. La paura del contagio, lo smart working e le difficoltà negli spostamenti stanno mettendo in ginocchio il settore spingendo le famiglie ad interrompere il rapporto di lavoro coi propri collaboratori. Inoltre, molti lavoratori domestici in regime di convivenza stanno perdendo il lavoro, la retribuzione e anche il vitto e l’alloggio previsto dal contratto, con l’impossibilità di tornare nei Paese di origine a causa delle chiusure delle frontiere;
- per i lavoratori domestici non sono previsti ammortizzatori sociali in deroga in caso di sospensione del rapporto di lavoro, rendendoli così lavoratori più discriminati davanti a questa crisi emergenziale, senza un reddito per un lungo periodo.
Tutto ciò premesso le parti firmatarie del presente avviso comune convengono di chiedere al Governo di includere i lavoratori del settore domestico come destinatari degli ammortizzatori sociali di sostegno in deroga e degli strumenti di integrazioni al reddito al fine di salvaguardare la continuità del rapporto e del reddito.